Progetto Chilometri Zero

I prodotti a chilometro zero sono quelli acquistati direttamente nella zona di produzione per i quali non c’è nessun passaggio di intermediari tra produttore e consumatore finale. Solitamente quando si parla di prodotti a chilometri zero ci si riferisce per la stragrande maggioranza dei casi a prodotti alimentari essenzialmente agricoli anche se alcuni progetti in materie si estendevano anche alla vendita di prodotti diversi come la carne ed altri prodotti da essa derivati, la lana a chilometro zero o addirittura anche i pacchetti vacanza a chilometro zero, solo per fare qualche esempio.

In Campania ci sono stati numerosi tentativi da parte del legislatore regionale di promuovere la vendita di prodotti agricoli definiti “a chilometri zero” la cui realizzazione per quanto utile e meritoria non sempre ha dato i risultati sperati nonostante i finanziamenti erogati.

Anche a livello nazionale si è recentemente legiferato in materia approvando la proposta di legge C. 183, recante norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti agroalimentari a filiera corta e a chilometro zero definendo un range chilometrico preciso di 70 chilometri per potersi define tali e istiuendo delle premialità per l’uso di questi prodotti quali ad esempio la possibilità di inserire nei bandi di gara «il maggior punteggio relativo all’offerta concernente beni, lavori o servizi che presentano un minore impatto sulla salute e sull’ambiente, ivi inclusi i beni o i prodotti da filiera corta o a chilometro zero».

Come replicare nella nostra provincia questo progetto?

Per potere provare a replicare i modelli virtuosi della filiera corta nella nostra provincia ci siamo ispirati ad un programma realizzato dalla Coldiretti che è stato già realizzato in alcune regioni come Veneto, Abruzzo e Calabria.

È un progetto innovativo pensato per mettere in comunicazione diretta le aziende agricole ed i produttori  della provincia di Caserta con gestori di pubblici esercizi, nello specifico ristoranti, alberghi, bar, pizzerie, rivendite di frutta e verdura, enoteche, negozi di generi alimentari, mini market, mense scolastiche ed ospedaliere.

Realizza operativamente un canale distributivo corto, andando ad affiancarsi ad altre formule già esistenti (Gruppi di Acquisto Solidale, farmer’s market, mercati di Campagna Amica) con l’obiettivo di perseguire la disintermediazione e contrastare il dominio del tradizionale canale lungo.

Il progetto risponde in questo senso alle necessità di salvaguardia dell’ambiente perché i prodotti provengono interamente dal territorio casertano: questo rappresenta un notevole risparmio di emissioni di gas dovute ai trasporti, soprattutto se si pensa che mediamente il cibo percorre 1.900 km prima di giungere sulle nostre tavole; inoltre si fa uso di imballaggi e confezionamenti riutilizzabili, che riducono al minimo l’impatto sul nostro ecosistema. Si ipotizza dunque il coinvolgimento non solo dei prodotti agricoli ma anche di altre tipologie di prodotti alimentari e non prodotti nel territorio.

CHI PUO’ BENEFICIARNE?

I produttori che possono sfruttare le potenzialità di un canale di vendita alternativo rispetto agli attuali. Questo permette di garantire uno sbocco a tutte le loro produzioni di alta qualità che oggi devono fronteggiare un’offerta eccessivamente polverizzata e soprattutto devono affrontare la concorrenza di prodotti esteri spesso privi di adeguate certificazione qualitative.

I gestori di esercizi pubblici  che avranno quindi la possibilità di usufruire di un canale di fornitura privilegiato per il reperimento di beni di prima qualità che potranno poi proporre ai loro clienti.

Quali i prodotti che si possono ordinare?

– frutta, verdura

– latte e derivati

– carni fresche di varie tipologie (bovine, suine, avicole)

– insaccati di tutti i tipi, uova, miele

– olio extravergine d’oliva, vino

– altri prodotti locali alimentari e non alimentari prodotti nella nostra provincia

Le novità di questa iniziativa sarebbero essenzialmente due: la prima riguarda la possibilità di effettuare gli acquisti “in presenza” presso dei punti vendita convenzionati oppure comodamente da casa su un apposito portale on line, con consegna a domicilio. La seconda sarebbe quella di fare rientrare nell’iniziativa altri prodotti non alimentari purchè prodotti nel territorio provinciale.

Il tutto acquistando ad un prezzo vantaggioso, che è sgravato degli oneri di intermediazione che occorrerebbe sostenere passando ad esempio attraverso l’ingrosso.

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