Oggi parliamo di un importantissimo presidio sanitario sammaritano che da 27 anni difende i più deboli, gli ultimi, ed in generale tutte le persone che non possono avere accesso alle cure del servizio sanitario.
Tutto nacque negli anni novanta quando dei terziari francescani insieme agli uomini e alle donne della comunità parrocchiale ” S. Maria delle Grazie” diedero vita ad un iniziativa capace di dimostrare a chi è in difficoltà che in questo mondo distratto e spesso intollerante c’è qualcuno su cui si può sempre contare.
Nasceva così nell’ottobre 1998 l’Associazione di volontariato “Ambulatorio della Carità” come struttura dedicata ai poveri e agli emarginati che non riescono ad usufruire delle normali prestazioni del Servizio sanitario Nazionale. Un’attività di grande rilievo e di grande impatto sociale dove gli utenti non pagano né visite né medicinali beneficiando al contempo di un’assistenza sanitaria di due livelli. Il primo prevede, difatti, delle visite mediche preliminari svolte nei locali dell’ambulatorio secondo gli orari e i giorni prestabiliti, mentre il secondo livello prevede l’invio in strutture specialistiche associate all’Ambulatorio della Carità.
A distanza di pochi anni dalla sua fondazione grazie a due eventi determinanti l’attività assistenziale subisce una svolta. Nel 2003 infatti, in seguito ad un protocollo d’intesa con l’Azienda Sanitaria Locale Caserta 2, l’Ambulatorio della Carità ha trasformato la sua attività in ambulatorio di medicina generale per Stranieri.
Dal 2011 L’Ambulatorio è diventato inoltre un’ASSOCIAZIONE ONLUS e, con i proventi del 5 X 1000, nel tempo, si è dotato di un apparecchio per ecografie con sonde di vario tipo, un’attrezzatura strumentale per otorinolaringoiatria, una sterilizzatrice per ferri chirurgici e un apparecchio MOC ad ultrasuoni.
L’ambulatorio non mira a diventare un alternativa alla sanità pubblica o privata ma grazie all’encomiabile lavoro dei suoi volontari si pone come una struttura indispensabile che in 27 anni ha aiutato alcune migliaia di utenti che altrimenti non avrebbero potuto curarsi come Karim, un 53enne tunisino operato quest’anno alla cervicale oppure come Imelda, una giovane albanese con un vistoso accorciamento della gamba (20 centimetri) che sarà presto operata al Rizzoli di Bologna.