Riapre i battenti il Museo Civico della Città del Foro dopo un lungo periodo di ristrutturazioni e lo fa con una nuova veste accattivante, moderna ed inclusiva. Grazie ai fondi del PNRR è stato difatti possibile renderne più accessibile la sede, il seicentesco Convento degli Alcantarini, con un nuovo ingresso e dei percorsi dedicati agli ipovedenti e alle persone con ridotta mobilità.
Ma come vedremo di seguito le novità introdotte nella struttura museale sammaritana non si sono limitate all’abbattimento delle barriere architettoniche e all’inclusività. Le nuove sale museali sono state infatti dotate di moderni visori 3D, totem informativi, audio guide che miglioreranno notevolmente la fruizione della visita. Una ulteriore innovazione è rappresentata dal realizzazione di un sito web dedicato al Museo Civico e del Risorgimento, disponibile in più lingue, che consente di esplorare virtualmente l’intero patrimonio culturale comodamente da casa oppure in situ grazie alla presenza di speciali QR code attivabili da qualsiasi smartphone.
La sede e l’allestimento del Museo Civico
Una menzione speciale andrebbe fatta alla sede del museo, ovvero al già citato ex Convento degli Alcantarini. Parliamo di una costruzione seicentesca edificata sui resti di una cappella dove si ritiene sia stato seppellito San Marco. Il convento che venne finanziato dall’allora Viceré di Napoli fu dotato di una Cappella oggi utilizzata per mostre temporanee nella quale è possibile ammirare una pregevole pala d’altare di Luca Giordano conosciuta come “La visione di San Bonaventura”.
Per quanto riguarda l’allestimento la parte del leone la fanno i cimeli risorgimentali raccolti in un unica sala dove sono esposte le testimonianze dei primi moti di rivolta e dei processi che ne seguirono, gli autografi di Garibaldi e le bandiere di combattimento, insieme ad alcune delle armi che furono usate nel combattimento finale del 1 Ottobre 1860 contro l’esercito borbonico. Il Museo ospita anche una sezione di minerali e fossili, e una raccolta di antiche cartoline e foto d’epoca, nonché opere di pittori contemporanei qui nati, come Antonio Sicurezza e Zacarias Cerezo, acquerellista spagnolo. Una sala è dedicata a Nicola Salzillo, scultore di opere religiose lignee, qui nato nel XVII secolo, che acquistò fama in Spagna, padre del più celebre Francisco, notevole esponente del barocco spagnolo. Il Museo ingloba anche la chiesa conventuale degli Alcantarini, sul cui altare spicca una tela di Luca Giordano, e il sottostante cimitero con sepolture a seduta.
Conclusioni
Questa riapertura del Museo Civico è senza dubbio un evento molto positivo ma deve rappresentare, a nostro avviso un punto di partenza e non di arrivo per la direzione del museo e per l’amministrazione comunale. Se infatti gli importanti interventi che hanno permesso l’abbattimento delle barriere architettoniche, la creazione di percorsi per ipovedenti e le postazioni multimediali hanno posto le basi per una migliore fruizione della struttura museale, ci sono ancora dei ampi margini di miglioramento.
Pensiamo in primis ad una migliore valorizzazione della collezione di arte moderna civica a cui prima era dedicata una intero salone mentre ora è visibile solo in parte con alcuni quadri esposti nei corridoi. Pensiamo, altresì, ad una migliore valorizzazione della chiesa, della pala d’altare e del cimitero sotterraneo con guide e pannelli informativi storici ed ad una riorganizzaione degli allestimenti di alcune sale a nostro avviso un pò scarne e prive di informazioni per i visitatori. In ultimo abbiamo notato che il sito del museo ed i codici QR che dovevano facilitare la visita dei visitatori, ad oggi, non sono stati ancora completati.
Al netto di queste precisazioni il Museo Civico resta una interessante opportunità di svulippo turistico e crescita culturale per il territorio che speriamo proseguirà nei prossimi anni restituendo ai cittadini ed ai turisti la piena fruibilità del patrimonio culturale cittadino.