In Senato è stata approvata una legge importantissima in base alla quale tutti i Comuni nati da fusione potranno ottenere fino a 2 milioni di euro di bonus per 15 anni, a partire dal decreto di istituzione del nuovo Comune. Un contributo importante che dimostra quanto le fusioni di comuni siano universalmente riconosciute come l’unico strumento per garantire maggiori e più efficienti servizi ai cittadini e per tagliare i costi elefantiaci degli enti locali.
Favorire e aiutare le fusioni è oggi una priorità. E per rafforzare il concetto il legislatore è andato oltre ogni più rosea aspettativa, in quanto per effetto della Legge 51/2022 coordinata agli effetti del Dl 44/2023 convertito in legge a Palazzo Madama, i comuni fusi superiori a 100mila abitanti potranno usufruire di un bonus addirittura maggiore, pari a 10 milioni di euro l’anno per 15 anni. È, questa, la risposta chiara e lapalissiana a quanti da tempo e con incredibile convinzione sostengono che le fusioni siano state pensate per i piccoli comuni. Questa legge, difatti, dimostra che non c’è nulla di più falso smentendo clamorosamente i detrattori delle fusioni.
Il Progetto Grande Capua in soldoni
I vantaggi economici della realizzazione del progetto Grande Capua sono evidenti e consistono, in primis, in un contributo statale di 30 milioni con il quale si potrebbero cominciare a programmare alcuni progetti indispensabili per la nuova città che nascerebbe dalla fusione di Capua, Santa Maria, Curti, San Prisco e San Tammaro. Sarebbe la città più importante della provincia, più estesa e popolosa di Caserta.
Queste risorse destinate ai Comuni fusi sono molto importanti e come dimostra uno studio del Ministero degli Interno, vengono notevolmente amplificate nel tempo dai notevoli risparmi, dall’aumento della produttività, dalle economie di scala, dai guadagni di efficienza e adeguatezza, dal miglioramento dei servizi, e dalla grande capacità di sostegno allo sviluppo locale che producono le fusioni che ricordiamo sono autonomamente decise dai comuni, costruite e approvate con l’indispensabile consenso dei cittadini, espresso nei referendum.
Come se non bastasse il nuovo comune, più grande, meglio organizzato e più influente sarebbe più capace di intercettare non solo i fondi Europei necessari per realizzare infrastrutture che oggi sono ferme al palo ma riuscirebbe ad attrarre anche gli investimenti dei privati che aprirebbero nuove aziende ed attività commerciali sul territorio del nuovo comune.
La Fusione fa la Forza
Un’altra recente novità è rappresentata dall’adesione dell’associazione Magna Capys – Grande Capua al Coordinamento Nazionale per la fusione dei Comuni. Si tratta di un istituzione che fa da interfaccia tra i stakeholder istituzionali, politici, economici e della società civile per favorire i processi di fusione ed ottenere maggiori agevolazioni. Svolge un importante ruolo propulsivo e divulgativo anche verso i cittadini ai quali vuole far conoscere meglio i vantaggi delle fusioni di Comuni, in particolare diffondendone le numerose storie di successo, e aiutarli a cogliere insieme questa straordinaria occasione di cambiamento per le nostre comunità.
Praticamente si tratta di un importante adesione che dovrebbe essere prodromica, alla proposta di legge regionale di referendum consultivo sulla fusione dei predetti comuni.
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