L’Appia Antica è stata scelta dal National Geographic come migliore meta turistica del mondo da visitare nel 2023! Parliamo di un riconoscimento importantissimo che viene attribuito ogni anno dalla rivista americana a quelle mete turistiche che vengono suggerite ai lettori che desiderano visitare un posto nuovo e che gli esperti del magazine vanno ad esplorare in anteprima.
Per il 2023 ci sono diverse mete segnalate, divise in cinque categorie: Avventura, Natura, Famiglia, Community e Cultura. Ed è proprio in quest’ultima categoria che l’Italia viene segnalata. Infatti tra i migliori luoghi culturali del mondo da visitare l’anno prossimo c’è la nostra Appia Antica, “l’autostrada romana”, come la definisce il National Geographic.
Non è il caso della meta italiana che si è aggiudicata il premio adesso, ma sicuramente la menzione speciale data dal National contribuirà a fare scoprire, anche a chi non lo conosce, questo luogo unico al mondo e di enorme importanza storico-culturale.
Cosa scrive il National Geographic della Via Appia
Il percorso, iniziato nel 312 AC, partiva da Roma e attraverso le regioni meridionali dell’Italia fino a raggiungeva la città portuale orientale di Brindisi. Ha contribuito a ispirare il detto “Tutte le strade portano a Roma” e in Italia è ancora chiamata Regina Viarum, la regina delle strade. Ma la sua eredità è stata in gran parte trascurata, sepolta con le sue pietre sotto millenni di storia.
Ora è in corso un progetto del governo italiano per trasformare la Via Appia in un percorso di pellegrinaggio da Roma al Brindisi, una tranquilla città sul tacco dello stivale d’Italia. Nella sua estensione di circa 360 miglia attraverso il paese, l’Appia assume molte forme: un sentiero sterrato boscoso, una piazza cittadina, un’autostrada.
Il reportage del National Geographic sull’Appia Antica ha fatto tappa anche a Santa Maria Capua Vetere dove la giornalista Nina Strochlic ha visitato il Circuito Archeologico dell’Antica Capua raccogliendo la testimonianza della direttrice del sito nonché referente del progetto “Appia Felix” Ida Gennarelli.
Intervistata dalla reporter statunitense la direttrice evidenzia l’importanza dell’antica arena capuana e le sue interconnesioni con questa famosa strada consolare: “Dopo il Colosseo di Roma, l’anfiteatro di Capua era l’arena più grande dell’epoca. L’Appia originariamente collegava Roma a questa città, che rivaleggiava in influenza con la capitale. Il processo di romanizzazione della popolazione italiana avviene attraverso questa strada”, chiosa la direttrice, “Non solo i militari camminavano per questa strada, ma anche le idee, gli schiavi e le religioni dell’est”.
“Trascurata dopo la caduta di Roma, ma mai dimenticata”, prosegue il magazine “questa strada sta attraversando un momento di rinascita grazie al governo italiano che sta cercando di ripristinarla e di sistemare le antiche pietre al fine di trasformare la via Appia in una strada pedonale per viaggiatori moderni. L’intento è quello di dare vita a un pellegrinaggio attraverso la storia, con tappe in villaggi pittoreschi e siti archeologici, provvedendo anche all’organizzazione di sistemazioni per ogni tappa”.
Un pò di Storia
L’antica strada romana, che collegava Roma con Brindisi – e quindi con gli sbocchi verso l’Oriente allora conosciuto -, era considerata dai Romani la “Regina Viarum”, la regina delle strade.
Quando, verso la fine del IV secolo a.C., fu tracciata, era una delle più grandi opere di ingegneria civile al mondo, con un enorme impatto economico, militare ma anche culturale.
Questa strada fece da esempio per tutte le successive in quanto era larga poco più di quattro metri – 4,1 corrispondenti a 14 piedi romani – consentendo di essere percorsa in entrambi i sensi, oltre era fiancheggiata da larghi marciapiedi così da poter andare anche a piedi e raggiungere facilmente i villaggi che s’incrociavano.
Lungo l’intero tracciato, s’incontrano luoghi che costituiscono un patrimonio culturale importantissimo, tra cui le antiche terme di Caracalla, splendide ville (Villa di Massenzio con il Circo di Massenzio, per esempio) e persino sepolcri, come il Sepolcro degli Scipioni. L’Appia fu anche la prima delle grandi strade romane a prendere il nome non dal luogo verso cui era diretta, bensì dal magistrato – Appio Claudio Cieco – che l’aveva costruita.
Buona parte dell’Appia Antica oggi è scomparsa, ma ne restano ancora ben visibili e percorribili dei tratti, specie nei dintorni di Roma, divenuti meta di turismo archeologico. Nel 2016, infatti, è nato il Parco archeologico dell’Appia Antica, che ha lo scopo di tutelare e valorizzare i monumenti antichi dell’area della Capitale e dei Comuni di Ciampino e di Marino.
Il progetto per il rilancio dell’Appia
Ma cosa prevede il progetto di rilancio dell’Appia Antica? Secondo Angelo Costa fondatore dell’omonimo studio di architettura incaricato di recuperare la Regina Viarum rendendola di nuovo percorribile si dovrebbe seguire l’esempio degli antichi romani. La sua proposta ha, infatti, un precedente storico: gli antichi romani che seguivano l’Appia incontravano una stazione per scambiare i loro cavalli ogni 10 miglia e una pensione ogni 20 miglia. Costa prevede dunque una versione aggiornata, con 29 segmenti di camminata, ciascuno di circa sei ore.
I viaggiatori esploreranno i teatri delle famose battaglie dei gladiatori, dormiranno in semplici pensioni e assaggeranno le prelibatezze regionali. Le aree di sosta, gli alloggi, alcuni esistenti, altri nuovi, e le attrazioni saranno contrassegnati su un’app.
“Negli Stati Uniti, hanno la Route 66”, dice Costa. Noi abbiamo l’Appia Antica, una Route 66 con 2.000 anni in più”.
Ma non è l’America con cui l’Appia è in competizione. Costa non è il primo dei nuovi designer dell’Appia a rivelare che nel mirino c’è un altro celebre itinerario: il Camino de Santiago, il percorso santo della Spagna, attrae in genere 300.000 escursionisti e la sua destinazione, Santiago de Compostela, attira più di due milioni di turisti all’anno.
Da Roma a Brindisi, l’Appia è un viaggio secolare nella storia italiana. Ma fatto nell’altra direzione, sulle orme di San Paolo mentre viaggiava da Gerusalemme a Roma. Rispetto al Cammino di Santiago, dice Costa, “la natura è ancora migliore, la storia è 200 volte migliore. E alla fine raggiungi il Papa”.
La provincia di Caserta e l’Appia Antica
Le nostre comunità possono avere un ruolo da protagonista nel rilancio della Via Appia in quanto custodisce gran parte delle vestigia della Regina Viarum. Non solo l’antica Capua e il suo Anfiteatro, ma possiamo parlare delle altre città romane disseminate sul suo tracciato campano come Sessa Aurunca, Mondragone, Teano, Calvi e Maddaloni ma anche dei mausolei come la Conocchia e le Carceri Vecchie solo per fare qualche esempio.
Per questo motivo il progetto di rilancio dell’Appia Antica è una opportunità enorme per la provincia di Caserta non solo sotto l’aspetto storico e culturale ma anche per le inimmaginabili ricadute per il turismo e l’economia.
Il Ministero dei Beni Culturali coadiuvato dalle istituzioni locali e dalle associazioni sta mettendo in campo molte energie per raggiungere quest’obiettivo tanto è vero che nel 2023 la via Appia è stata candidata come patrimonio mondiale dell’Unesco, candidatura presentata proprio in questi giorni a Paestum, in occasione della XXIV Borsa mediterranea del turismo archeologico dal ministero della Cultura. Un ulteriore contributo alla causa è stato dato proprio dalla sinergia di alcuni Musei e Siti archeologici Casertani con il Mibac che hanno dato vita all’Appia Day e all’Appia Felix: una serie di eventi volti a valorizzare proprio il tratto casertano della Regina Viarum.
C’è ancora tanto da fare ma i mezzi in campo sono tanti e noi di Magna Capys Grande Capua speriamo che la provincia di Caserta si faccia trovare preparata a questo grande appuntamento che svelerebbe al mondo intero i tesori che custodisce.