Giornate Fai d’autunno: cosa vedere in provincia di Caserta

Il 16 e 17 ottobre 2021 con le Giornate Fai d’autunno la possibilità di visitare luoghi inaccessibili o poco conosciuti in tutta Italia: scopriamo insieme tutte le aperture più interessanti in Campania dove quest’anno la città di Capua apre le porte di alcuni dei suoi tesori!

Il catalogo dei luoghi visitabili è, come di consueto, amplissimo così come tantissime sono le tipologie rappresentate: dai complessi religiosi ai palazzi, dai castelli alle aree archeologiche, dai piccoli musei ai parchi e giardini storici, e ancora borghi, aree naturalistiche, luoghi produttivi e molto altro. Inoltre, in occasione del centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto, il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze Armate concederanno l’accesso straordinario in 42 loro luoghi-simbolo di significativa importanza storica e istituzionale.

Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI. È infatti suggerito un contributo non obbligatorio di 3 euro. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati. La prenotazione online è consigliata ed è effettuabile semplicemenente visitando il sito www.giornatefai.it.

Nel casertano sono ben otto i luoghi da visitare tra Capua, Aversa e Caserta. Vediamoli tutti nel dettaglio:

  • Museo Diocesano di Capua. Il Museo Diocesano di Capua è uno dei musei più importanti della città. Fu fondato nel 1992, per volere dell’Arcivescovo Diligenza e poi del Soprintendente Jacobitti con l’intento di raccogliere e catalogare, per renderle poi fruibili, tutte le testimonianze artistiche peculiari della Capua Sacra. Un vero e proprio scrigno di tesori storico-artistici inscindibilmente legati all’arte sacra, capaci di raccontare e custodire secoli di storia della Diocesi di Capua, una delle più antiche del Mezzogiorno e non solo, di fondazione risalente molto probabilmente alla metà del I secolo. Nel corso della visita approfondiremo la storia del Museo, focalizzandoci sulla meravigliosa e preziosissima collezione che ospita. Ammireremo svariati reperti particolarmente interessanti: dipinti, capitelli databili dal X al XIII secolo, stemmi episcopali e di nobili casate e svariati arredi sacri. Spiccano per fama e bellezza l’Exultet, l’Evangelario di Alfano, il Codice membranaceo, contenente la Glossa in Clementina (di Giovanni d’Andrea risalente al sec. XIV), il Commento alla Divina Commedia di Cristoforo Landino del 1481, l’Obituario del Capitolo Metropolitano principiato nel sec. XV, contenente l’annotazione del Sacco di Capua, la strage che determinò la morte di circa cinquemila capuani, vittime delle soldataglie capitanate da Cesare Borgia, detto il Valentino.
  • Cattedrale di S. Maria Assunta e Cripta Ipogea a Capua. L’apertura, durante le Giornate FAI, prevede la visita in particolar modo della Cripta. Senza dubbio il Cristo Deposto di Matteo Bottiglieri (1724) è l’opera monumentale maggiormente apprezzata. L’opera marmorea è da sempre accomunata al più celebre Cristo velato di Giuseppe Sanmartino (1753) ubicato nella Cappella Sansevero di Napoli. In realtà, come si può desumere dalla datazione, il Cristo capuano ha certamente ispirato lo scalpello dell’artista napoletano.
  • Campanile del Duomo di Capua. La salita del Campanile non è normalmente accessibile al pubblico. L’apertura, durante le Giornate FAI, consentirà ai visitatori di poter salire in cima al Campanile e di poter godere della vista della città di Capua dall’alto.
  • Chiese della Capua Longobarda. Il percorso di visita relativo alle Chiese della Capua Longobarda sarà strutturato come un vero e proprio itinerario, mirato a evidenziare la storia religiosa e sociale della città e le stratificazioni storico-artistiche visibili nella struttura di molti edifici sacri. Partiremo dalla chiesa di San Salvatore a Corte, situata a ovest dell’area palaziale. La Chiesa fu fondata, secondo la tradizione, nel 960 d.C. per esplicito volere della principessa longobarda Adelgrima che, dopo la sua morte, qui fu deposta, per poi essere trasportata nella Cappella del SS. Sacramento del Duomo. L’itinerario continuerà arrivando alla chiesa di San Michele, un tempo cappella dei principi longobardi, così definita ancora nel 1121 in un diploma del Principe Giordano II, con un collegamento all’area palaziale da un passaggio superiore. L’aula molto semplice presenta all’ingresso un triforium oggi tompagnato. Qui si notano eleganti capitelli corinzi che presentano non le classiche foglie di acanto, bensì di palma. Giungeremo poi alla terza ed ultima chiesa a Corte, quella di San Giovanni, con una pianta differente da quella originaria, come testimoniato dalla piccola abside della cripta sottostante ove veniva osservato il culto di San Sebastiano, le cui reliquie furono traslate nel Duomo. Le tre chiese probabilmente avevano funzione di vigilanza sull’area palaziale. La compenetrazione tra il potere civile, rappresentato dal Palazzo, e il potere religioso, rappresentato dalle chiese, fu una delle caratteristiche fondamentali della potenza longobarda a Capua. La visita proseguirà poi verso la chiesa dei Santi Rufo e Carponio. La pianta è quella di una basilica con tre absidi e cinque fornici su colonne di spoglio. Un particolare è dato dal fatto che le tre absidi di sinistra non sono equidistanti anche se hanno le stesse dimensioni e dovevano avere funzione di cappelle quando la chiesa passò nel secolo XI sotto il controllo di Montecassino. L’itinerario si concluderà presso la chiesa di San Marcello Maggiore. L’iniziale impianto a tre navate fu modificato in epoca normanna quando una delle tre navate fu eliminata per rendere possibile il prolungamento della strada oltre il complesso di Santa Maria della Dame Monache Benedettine. La Chiesa di S. Marcello con quella dei SS. Rufo e Carponio, sulla strada che taglia in due la città, formava l’ultimo sito abitato ai confini del perimetro longobardo.
  • Le alberate di Aprinio di Cesa (Aversa). Il vino asprinio, prodotto d’eccellenza, alle Grotte Tufacee, patrimonio del sottosuolo e alla Vite Maritata al Pioppo, vero monumento di archeologia vegetale e ricchezza naturale del patrimonio dell’agro atellano-aversano, è tenuto in vita dal sacrificio, dalla dedizione e dalla sapienza dei contadini laboriosi.
  • Chiostro e chiesa di S. Audeno (Aversa). Si tratta di una importante chiesa voluta dai Normanni che fecero di Aversa la loro prima contea in Italia. L’edificazione della chiesa e del chiostro è stata terminata del 1037, il complesso è stato punto di aggregazione e di culto per molti secoli fino al 1800 in seguito ad un terremoto che ne causò il crollo del soffitto. Dopo un lungo periodo di abbandono la struttura fi acquistata da privati che la ristrutturarono nel 2003 per utilizzarla per eventi e matrimoni.
  • Sacrario dei caduti dell’Aeronautica di Caserta. L’apertura nelle Giornate FAI, prevede la visita guidata di questo sito, normalmente non fruibile al pubblico.
  • Riardo Parco delle sorgenti Ferrarelle di Riardo, patrocinato dal FAI, dove sorge la Masseria Mozzi, tipico esempio di tratturo di fine Ottocento, oggi sede dell’Azienda Agricola biologica Masseria delle Sorgenti Ferrarelle. Sono previste visite anche allo stabilimento di imbottigliamento per gruppi limitati di persone e sempre con prenotazione obbligatoria.



 

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